Anche l'SBU ha mandato il suo "messaggio" a Mosca, affondando un sottomarino classe Kilo all'interno del porto di Novorossijsk con un nuovo tipo di drone subacqueo: il "Sub Sea Baby”. Dopo i raid condotti in queste ultime due settimane dall'unità Primary del Gur, l'intelligence militare ucraina, il Servizio di sicurezza ucraino (SBU), ha deciso di mostrare le sue nuove capacità colpendo un sottomarino russo 636.3 "Varshavyanka", classificato dalla Nato come classe "Kilo" migliorata.
Stando a quanto mostrato dal video diffuso dagli 007 di Kiev, il nuovo tipo di drone subacqueo ha penetrato furtivamente le difese del porto di Novorossiysk - privo o privato delle contromisure adeguate, come le reti antisiluro - colpendo il sottomarino russo attraccato. L'operazione è stata condotta da soldati della 13ª Direzione principale del controspionaggio militare dell'SBU in collaborazione con le Forze navali ucraine. Le stesse unità che hanno condotto i recenti raid contro le petroliere associate alla "Flotta ombra" di Mosca e contro lo stesso porto russo di Novorossiysk, concentrandosi sull'hub associato al traffico di petrolio che Mosca alimenta per aggirare le sanzioni occidentali.
"A seguito dell'esplosione, il sottomarino ha subito danni critici ed è stato di fatto messo fuori combattimento", affermano i servizi segreti ucraini, presentando in questo modo i droni subacquei "Sub Sea Baby", impiegati per la prima volta nel primo caso della Storia in cui un drone subacqueo colpisce un sottomarino convenzionale del valore di 400 milioni di dollari. Secondo le fonti ucraine, a bordo del sottomarino classe Kilo c'erano quattro lanciamissili da crociera Kalibr. Il sottomarino in questione dovrebbe essere il sottomarino “Rostov sul Don”, già gravemente danneggiato da droni di superficie "Sea Baby" nella baia di Sebastopoli.
Così, mentre dal vertice di Berlino giungono notizie di una posizione risoluta di Kiev, cui fa eco la postura internazionale dei partner della Nato, le forze speciali dell'intelligence ucraina continuano a colpire le basi russe della Crimea occupata e considerata da Mosca un territorio russo de facto.

